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a cura di LIVIO CARATI nelle NEWS i dettagli Con il caro cibo la salute degli
italiani è a rischio Se è vero che “l'uomo è ciò che mangia”, come affermò il filosofo Ludwig Feuerbach, intendendo che ogni individuo è fatto della stessa materia che lo circonda, è altrettanto vero che diventa cagionevole di salute fino ad ammalarsi, anche a causa di quello che non mangia. La crisi energetica ha impattato drammaticamente anche sul prezzo del cibo al punto tale che, a causa dei prezzi cresciuti senza controllo, sempre più persone si negano l'acquisto di frutta, verdura ma anche di altri nutrienti essenziali. Insalate vendute a cespo e non a chilo, pomodori a 12 euro, fagiolini a 8 euro, ecc.; per un reddito medio è diventato proibitivo comprarli quotidianamente. Di conseguenza, chi non guadagna abbastanza è costretto a nutrirsi con cibo low cost, di minore qualità e con pochi nutrienti, o peggio con nutrienti ultra-processati che, a lungo termine sono pericolosi per la salute. Tutto questo sfocerà in una maggiore probabilità, se non in una certezza, di ammalarsi. Alle spese sanitarie già cresciute, a causa della pandemia, si sono aggiunti altri fattori, tra cui la guerra Russo -Ucraina, la conseguente crisi energetica e, più recentemente, l’aggravarsi della crisi climatica che ha condizionato fortemente i costi dei principali alimenti della nostra dieta. In questo modo la spesa
quotidiana per l’alimentazione può lievitare fino all'insostenibilità. Per
prevenire l'insorgenza di malattie, occorre una giusta alimentazione a prezzi
equi, almeno per i cibi essenziali. Secondo la FAO, se la popolazione mondiale
adottasse una dieta meno ricca in grassi e zuccheri, in 10 anni la spesa
globale nella sanità crollerebbe. Sempre, secondo i dati FAO, tre miliardi di
persone nel mondo non possono permettersi un'alimentazione sana e nutriente: un
sistema alimentare equilibrato e globale dovrebbe perciò proteggere i prodotti
alimentari, come frutta e verdura, rendendoli più disponibili. La richiesta di prodotti vegetali è molto
cresciuta anche a causa di mode alimentari come il crudismo, il vegetarismo, il
veganismo che portano al quasi esclusivo, o comunque preponderante, consumo di vegetali,
contribuendo a renderli costosi come carni, pesci e formaggi. L'alta
deperibilità degli ortaggi pone inoltre numerosi problemi di conservazione e
trasporto, che per la loro inefficienza possono generare enormi sprechi,
contribuendo all'aumento di prezzo. La Coldiretti sottolinea
che il costo di frutta e verdura aumenta anche a causa degli eventi climatici estremi,
che stanno rendendo sempre più difficoltoso il lavoro degli agricoltori, i cui
raccolti vengono sempre più spesso distrutti da piogge intense o minacciati
dalla siccità, come succede sempre più spesso in Italia. Oltre a sostenere economicamente il settore, occorre perciò monitorare
l’intera filiera e individuare i punti critici per capire dove i prezzi si
impennano e attivare le necessarie misure. A tutto ciò va ancora aggiunto il costo nascosto, relativo alle conseguenze sulla salute. È noto che delle verdure e della frutta non possiamo fare a meno per l'introduzione corretta di Vitamine e Sali minerali. Il profilo dell'attuale Dieta della popolazione mondiale è basato sulla media dei consumi alimentari di 157 paesi e comprende un consumo pro capite giornaliero di 100 grammi di carne (tra pollo, manzo, agnello e maiale), 243 grammi di uova e latticini, 297 grammi di cereali, 354 grammi di frutta e verdura, 50 grammi di zucchero, 28 grammi di olio e 134 grammi di radici e legumi. Ciò che mangiamo è in diretto rapporto con i costi ambientali e sanitari del Paese. L'attuale
alimentazione, poco salutare, mediamente diffusa a livello globale, e anche in
Italia, è "la principale causa delle malattie non trasmissibili" come
diabete, patologie cardiovascolari, cancro, obesità e ictus, che rappresentano
il 71% delle cause di morte nel mondo. Se poi si aggiunge questo ulteriore
elemento del caro frutta, verdura, ma anche di carni ed altro, ci accorgiamo di
quanto allarmante sia la prospettiva futura per la salute sociale. Sicuramente
il danno emergente sarà a carico dei più fragili ma poi a cascata su tutti
coloro che ridurranno, o si priveranno, dei nutrimenti necessari, per qualità e
quantità, rischiando di cadere nella malnutrizione. Questo termine, usato generalmente
in riferimento alle popolazioni del terzo mondo, ora, a malincuore, comincia ad
appartenerci. Le politiche mirate a ridurre o calmierare il prezzo degli
alimenti sani sono di primaria importanza e non più procrastinabili. Gli interventi possono
essere di diverso tipo: incoraggiare la diversificazione delle coltivazioni e
sostenerle, ridurre la tassazione sugli alimenti indispensabili, migliorare
l'efficienza delle infrastrutture di irrigazione agricola e delle tecnologie
per ridurre gli sprechi. Per salvare la salute degli Italiani e i conti dello
Stato, l'etica deve permeare la produzione, la qualità e la commercializzazione
degli alimenti. |
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